Rientrati in Italia siamo già stati catapultati dentro le mille attività che ci assorbono, ma ci scorre ancora davanti agli occhi la bellezza della Tunisia e l’accoglienza delle sue genti.
Non vi possiamo nascondere che ci hanno lasciato addosso qualcosa di magico. I loro sorrisi, i loro sguardi pieni di amicizia e speranza, di voglia di essere e di mostrare con fierezza quello che sono e quello che potrebbero diventare, questi giovani uomini e donne portano dentro una forza vitale che a volte, lo ammetto, sembra sfumata nelle generazioni occidentali.
L’accoglienza che ci hanno riservato, i doni, la festa, le attenzioni ci hanno avvolto come un abbraccio che non era rivolto solo a noi in particolare, ma a tutto il popolo italiano, che loro amano e che sentono con un legame di eterno amore fraterno. La storia e la geografia ci legano in modo indissolubile che piaccia o meno, questo si vede nei visi, negli occhi, nei sorrisi e nella voglia che hanno di divorare la vita.
Portiamo a casa la volontà di costruire due nuovi progetti, uno nel nord ed uno nel sud della Tunisa: uno dedicato ai più piccoli ed indifesi per fargli scoprire la bellezza degli albi illustrati e per prenderci almeno per un pò cura di loro e quello a Gabès, nell’ultima oasi prima del deserto riservato ai più grandi, per scambiarsi cultura e letteratura, per conoscere modi di vivere e linguaggi, per capirsi e per imparare a comunicare sempre più in modo amichevole e cordiale.
Grazie di cuore amici, a presto.
Sotto alcune foto dei due giorni a Gabès, del viaggio in louage (10 ore tra andata e ritorno) del mare, del giro in bicicletta nell’oasi assieme ai ragazzi del liceo, del cibo, delle loro strutture scolastiche e delle relative biblioteche, di alcuni luoghi sacri e della piazza del mercato… è proprio vero a volte l’Africa ti entra dentro e non ti lascia più andar via.